MODERNITA’ CONGELATA

a cura di

Luiza Samanda Turrini


In Do Not Touch Deriu e Mezzapelle riprendono le fila della loro ricerca sul concetto di liquidità. Se con l’installazione Presente del Verbo Essere venivano sondate le nature liquide della percezione, del desiderio, e della conoscenza, con Do Not Touch Deriu e Mezzapelle spostano il baricentro della loro analisi in un campo empirico piuttosto che estetico.

Continuando ad usare come strumenti di indagine le nozioni di incertezza, di trionfo dell’effimero, e di precarietà, ma applicate all’azione dell’uomo nel mondo, anzichè alle sue modalità del sentire.

Al di là delle definizioni sociologiche in voga, come si traduce la liquidità nella vita vera dell’individuo?

Dove si trovano i pregi dell’acqua, in questo ultimo canone di esistenza?

Dove sono la forza irresistibile, l’adattabilità, la carica vitale?

L’acqua può avere tre stati, e uno di questi è il ghiaccio.

Il ghiaccio ha caratteristiche opposte all’acqua.

È mortifero, statico, freddo.

Nell’opera Do Not Touch gli artisti sospendono un cubo di ghiaccio sopra un cubo di ferro arroventato. Lo stillicidio di gocce gelide, toccando la superficie rovente del ferro, si trasforma in una nube di vapor acqueo.

Il vapore è l’ultimo stato dell’acqua : un fantasma disgregato, composto di forze interatomiche deboli, quasi del tutto prive di coesione interna. Esattamente come il soggetto post-fordista, visto sia nella sua singolarità divisa, che all’interno del frantumato corpo sociale. Non a caso Deriu e Mezzapelle proiettano immagini di vita quotidiana proprio sopra la nube di vapore.

Quest’installazione può essere considerata come metafora dei due regimi lavorativi epocali della modernità e della contemporaneità. Da una parte un cubo di metallo incandescente, squadrato ed inospitale, la fabbrica, e dall’altra il “liquido” precariato.

Mezzapelle e Deriu condensano simboli ridotti all’osso, che ci raccontano del nostro essere nel mondo.

Luiza Samanda Turrini